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Il ruolo dell'attenzione nell'ai jutsu

Il ruolo dell'Attenzione nell'Ai Jutsu

«L’attenzione è la strada verso l’immortalità, la disattenzione è la strada verso la morte. Gli attenti non muoiono, i disattenti sono come già morti.
Sapendo che questo è il modo giusto di vivere, i saggi, dediti all’attenzione si dilettano nello stare all’erta, entrando così nel rango dei nobili.
Svegli, assorti costantemente nel jhana (*), perseveranti, costanti nel loro sforzo essi toccano la liberazione, l’insuperata salvezza dalla schiavitù.»
Dhammapada, 21-23 Gautama Buddha
(*) Il termine pali “jhana” (skrt. “dhyana”) indica uno stato concentratissimo, coscientissimo e lucidissimo della mente. E’ quella parola che, passando per la Cina, dove diventò “ch’an” e per la Corea, dove diventò “jen”, giunse infine in Giappone divenendo “zen”
L'esercizio più importante quando si inizia lo studio dell'ai jutsu è senz'altro quello sull'attenzione. Nell'ai jutsu come in tutte le altre discipline che utilizzano i movimenti del corpo come oggetto di meditazione la mente viene disciplinata attraverso l'attenzione costante sul corpo. Questo permette non solo di esercitare e disciplinare la mente ma grazie ai movimenti il corpo risponde agli stimoli attivando la produzione di tutta una serie di sostanze chimiche che vanno ad influire positivamente sullo stato e la salute del sistema nervoso centrale come le catecolamine e altri ormoni, neurotrasmettitori e neuromodulatori.
Più una disciplina risulta complessa e più questa sarà allenante per l'attenzione. L'ai jutsu risulta essere veramente molto complesso non solo grazie ai movimenti del corpo ma anche per la gestione della katana la quale è uno strumento che ha tutta una serie di peculiarità che rendono il suo maneggio veramente molto complesso.

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